Negli ultimi tre mesi i sondaggi si sono susseguiti settimanalmente, giornali, televisioni e schieramenti politici hanno commissionato, quasi compulsivamente, indagini sui comportamenti elettorali degli italiani in cerca della variazione, del sorpasso o del vantaggio insuperabile. Ad oggi un dato è certo: l’Unione è in vantaggio, ma la CdL sta guadagnando nuovi consensi. Sebbene le percentuali sono sempre differenti tra sondaggio e sondaggio, lo schieramento di centrosinistra sembra, dati alla mano, avere la meglio nelle intenzioni di voto degli Italiani. L’ultimo sondaggio, commissionato da Repubblica a IPR Marketing, è stato pubblicato in data 17 marzo a pochi giorni dall’attesissimo confronto televisivo fra i candidati premier, andato in onda lo scorso martedì. L’Unione è in vantaggio con la preferenza del 52% degli intervistati contro il 47,7% raccolto dalla CdL e lo 0,3% dei non schierati. La Lista dell’Ulivo (DS e Margherita) si rivela la forza politica che raccoglie più preferenze con il 32,5%, seguita da Forza Italia (22,3%), AN (12%) e Rifondazione Comunista (6%) che si attesterebbe così ad essere il quarto movimento politico nazionale.
Rilevazioni effettuate da altri istituti sullo stesso periodo evidenziano cambiamenti di pochi punti percentuale, come il sondaggio di Eurisko s.p.a., pubblicato lo stesso giorno dal Corriere della Sera, evidenzia un’Unione al 51% mentre il centrodestra si ferma al 46,5%. Più significativa, nella stessa indagine, è l’altissima percentuale di coloro che non esprimono una preferenza che si attesta al 47% degli intervistati. A pochi giorni dal già citato confronto televisivo, inoltre, nonostante tutti i sondaggi decretino Prodi come vincitore, le intenzioni di voto non sembrano essere variate rispetto alla settimana precedente.
Anche risalendo ai sondaggi degli scorsi mesi non si notano grandi variazioni. A gennaio, le intenzioni di voto sondate attestavano mediamente il centrosinistra intorno al 52,5% contro una CdL ferma al 46%. I sondaggi commissionati dai media o da enti indipendenti, rimangono negli ultimi quattro mesi su posizioni simili con piccole variazioni che non superano il punto percentuale. Poco più fluidi sono i movimenti all’interno di ciascuno schieramento con variazioni anche considerevoli come il 19,3% di preferenze che raccoglieva Forza Italia in data 11 gennaio risalito di tre punti nel suddetto sondaggio pubblicato da Repubblica.
Al contrario, invece, le indagini commissionate dai singoli schieramenti politici si contraddicono ed evidenziano grandi cambiamenti, spesso a vantaggio del committente. Il sondaggio americano della PBS Accociates per Forza Italia, pubblicato il 16 febbraio, evidenzia come da un distacco iniziale di ben 17 punti rilevato a dicembre, i due schieramenti abbiano raggiunto la parità a febbraio con un vantaggio dello 0,2% della CdL sull’Unione.
Infine, sono da segnalare i sondaggi pubblicati dal Sole 24 Ore nei mesi di febbraio e di marzo sulle intenzioni di voto delle singole categorie sociali. Gli imprenditori, i commercianti, gli artigiani e i liberi professionisti esprimono una preferenza netta per il centrodestra con una percentuale superiore al 40% che raggiunge il 50% fra i soli imprenditori. Diversamente, invece, sono le preferenze dei lavoratori dipendenti, pubblici e privati, che voterebbero nettamente per il centrosinistra
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