· Il mezzo televisivo è il suo biglietto da visita; dovrebbe puntare di più sulla propria immagine non solo dal punto di vista estetico ma anche e soprattutto dal punto di vista del messaggio che diffonde. Troppa “spettacolarizzazione” di sè, si è visto, tende a danneggiarlo poiché laddove il suo carisma è un punto di forza, la sovraesposizione e la facile caratterizzazione negativa che il suo personaggio catalizza, distorcono il messaggio che egli intende proporre.
· Un uso più moderato dell’ironia, spesso gratuita e fuori luogo, favorirebbe la sua credibilità e serietà. L’autoironia, soprattutto, sarebbe un’arma vincente che egli invece rifiuta presumibilmente perchè, già “vittima” dell’ironia del mondo intellettuale e politico, evita di “gettare benzina sul fuoco”
· All’estero Berlusconi, così come lo conosciamo nel nostro paese, è dimostrato non piacere. L’atteggiamento politico dei capi degli stati europei (Francia, Germania, Inghilterra) differisce in pieno dallo Charlot dispettoso, irriverente e immotivatamente allegrotto che Berlusconi ha ripetutamente proposto in questi anni. Si consiglierebbe al premier di rivedere il proprio atteggiamento, soprattutto alla luce di quelle anomalie istituzionali (conflitto d’interessi, controllo editoriale-televisivo) che tanto pesano agli occhi del mondo politico internazionale.
· È importante che un capo di governo di un paese democratico dia la percezione alla popolazione di essere in possesso di una reale cultura democratica che ne regoli il disegno politico. Evitare quindi qualunque forma di dispotismo mediatico e politico che poco si addice al primo rappresentante di un’istituzione democratica e repubblicana
· L’aver portato avanti la propria campagna politica contro tutto e tutti sicuramente ne ha dato un’immagine di determinazione e forza anche nel proporre a volte realtà e risoluzioni poco credibili a problemi molto seri. Per il futuro si consiglia però una propaganda politica più tendente alla verità, dove proposte e problemi sono reali e concreti e evitando di proporre un paese idilliaco ( ma anche l’inferno dantesco , errore dell’opposizione) quando non è così, come più volte hanno dichiarato i suoi alleati, primo fra tutti il Ministro Fini
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