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MONITORAGGIO GIORNALI

Di Gaspare Anzà

Confronti mediatici

 La settimana appena trascorsa è stata pervasa da dibattiti televisivi, ai quali la stampa italiana ha dato ampio risalto, presentandoli in svariati modi. Mentre lunedì 13 L’Unità asseriva che Berlusconi è in preda a una <<crisi di nervi>>, Il Giornale è stato l’unico quotidiano, tra quelli esaminati (La Repubblica, Corriere della Sera, Il Giornale, il Sole 24 ore, La Stampa, Il Foglio, Il Riformista, L’Unità), a dare maggiore enfasi alla guerriglia di Milano (scatenata dagli autonomi sabato 11) rispetto all’<<agguato su Raitre dell’Annunziata>> (durante la trasmissione “In mezz’ora” di domenica 12). La testata diretta da M.Belpietro ha riportato in prima pagina il caso Annunziata, il giorno seguente, al primo accenno di condanna da parte della Rai per la presunta violazione della par condicio. Questi determinati incorniciamenti-framing dell’informazione, che possono influenzare il pubblico nella personale visione degli eventi-frames, sono altrettanto visibili nella trattazione del duello tv svoltosi martedì 14 davanti a sedici milioni di italiani, in cui si cerca di far capire chi ne è uscito vincitore. Sono in molti, Cavaliere ed alleati compresi, ad affermare che Prodi ha vinto ai punti, abile, secondo Il Riformista, a presentarsi come la forza tranquilla, proiettandosi più sul futuro rispetto a Berlusconi, apparso sulla difensiva nel giustificare il suo lavoro; si ha l’impressione che perfino i più schierati (Il Giornale di famiglia, ad esempio, sottolinea: <<Duello tv, Prodi a domanda non risponde>>) abbiano accusato il colpo. A vincere è stato sicuramente il gergo sportivo, molto utilizzato nel descrivere questo confronto ed ormai entrato stabilmente a far parte della <<lingua dei politici>>, soprattutto dopo la <<discesa in campo>> dell’attuale Presidente del Consiglio, portatore di un linguaggio facile e diretto. Tra <<tutto quello che avremmo perso se non avessimo avuto il Cav.>>, nell’elenco fornitoci lunedì da Il Foglio questo merito linguistico non trova spazio. E’ invece messo in risalto, nell’editoriale di Luca Ricolfi, il fatto che tante cose fatte dalla destra in questi anni sono <<di sinistra>>; ma se le distanze ideologiche tra i 2 schieramenti sembrano accorciarsi, accadrà l’opposto per la scheda elettorale, la quale <<sarà un lenzuolo di carta lungo almeno 80 centimetri, forse un metro>>, una maxischeda con la quale il cittadino-elettore deciderà da chi farsi rappresentare. Certo che, quando nelle liste dei candidati ritroviamo una serie di <<impresentabili>>, elencati su L’Espresso (<<condannati per tangenti, mafia, tentata estorsione, millantato credito, associazione sovversiva>>…e ancora <<imputati per molestie sessuali, danneggiamento, falso, abuso edilizio, violazione del segreto d’ufficio e peculato>>), ci viene una sorta di timore alla scoperta che <<in questo supermercato del delitto l’elettore si troverà a scegliere a scatola chiusa: cioè scegli solo la coalizione e il partito, mentre in parlamento ci finiscono gli uomini selezionati dalle segreterie dei vari movimenti politici>>.

Quota rosa

 La quota rosa presente dentro le varie liste elettorali è modesta, nonostante i politici  riconoscano la loro fondamentale importanza ai fini della vittoria elettorale: secondo i sondaggi il maggior numero di elettori indecisi sono donne e oggigiorno <<lo spostamento di una quota significativa di questi in una direzione può segnare l’esito elettorale>>. Chiara Valentini scrive che la maggioranza dell’elettorato femminile ha scelto il centro-sinistra e ci segnala che <<fra gli uomini si fa ancora sentire l’attrazione per Berlusconi, che viene visto come un machista superman, come il portabandiera dei valori ormai in declino degli anni ’90>>. Soffermandoci sull’Italia dei record negativi per le donne (prime nella precarietà e nel carico di lavoro domestico), fa riflettere l’articolo di Giuliano Da Empoli che afferma: “Per far fare carriera alle donne non bisogna tutelarle”. Nonostante siano in aumento in tutte le liste, rimane molto basso il numero di donne che intraprende la carriera politica: interpellati sull’argomento, Berlusconi rileva difficile convincerle a lasciare la famiglia e il marito per trasferirsi a Roma, Prodi ribatte che L’Unione varerà la legge sulle quote rosa. La nostra classe politica è vecchia; il gentil sesso sarà un valido e radicale ricambio.

Il convegno di Vicenza

 Un’ultima considerazione. Giovedì Libero ha mostrato, tramite una pungente caricatura, un Berlusconi imbavagliato. Stando al Direttore Vittorio Feltri il sindacato dei giornalisti voleva scioperare domenica per non raccontare l’incontro Silvio-industriali, tenutosi sabato al convegno di Confindustria sulla concorrenza. A volte le speculazioni elettorali possono essere eccessive: in questa <<campagna avvelenata>>, come la definisce Panorama, non stupirebbe se si sentisse dire che i ramoscelli d’ulivo, distribuiti fuori delle Chiese il 9 aprile, costituiscano un messaggio subliminale. E dire che a 24 Km da Rimini, nella Repubblica di San Marino, di campagna elettorale e manifesti non vi è traccia, e gli italiani lì residenti possono già votare…

 

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