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FACCIA A FACCIA

PRODI – BERLUSCONI:

“CHI VINCE IL PRIMO ROUND?”

Di Francesca Romana Gigli, Mariagloria Fontana, Francesco Toniarini, Luca Cacciatore, Silvio Grasselli

Finalmente il tanto atteso rito mediatico è stato celebrato, e dopo pagine e pagine dedicate alle previsioni e alle scommesse si passa ora alla gragnola di commenti: a caldo, a freddo, da destra, da sinistra, più o meno pertinenti o necessari. La convinzione di un ipotetico presunto vantaggio, spesso avallata dai commentatori, e una notevole concentrazione di fuoco di mass media e opinione pubblica hanno condotto il presidente del consiglio fino alla sera del duello televisivo d’andata (un “ritorno” è previsto a ridosso della data del voto). Silvio Berlusconi però  non è stato lo stesso di sempre. Ha sofferto l’ imposizione delle regole, è andato continuamente fuori tempo massimo, non è riuscito a convincere come altre volte in passato. Prevedibilmente apprezzata da “Il Giornale”, da “Libero” e da “Il foglio” la performance del premier, sezionata studiata e soppesata, è stata invece molto ridimensionata da Curzio Maltese che su “Repubblica”, nel suo La litania delle cifre, evidenzia la scelta tutta berlusconiana di tirare in ballo una nenia incentrata sui numeri, carente di argomentazioni e priva di slanci  emotivi. Un altro errore fatale è, secondo Maltese, non parlare del futuro: quando Berlusconi lo fa è solo per ribadire che il Governo Prodi sarà catastrofico per l’Italia. Quasi ad instillare nello spettatore la certezza che vincerà comunque l’avversario. Uno sbaglio che l’amico Bush non avrebbe mai commesso. Sul sito di Repubblica alle 16.47 del 15 marzo hanno cliccato 60.195 persone, il 78% delle quali ha indicato Prodi come vincitore. Solo il 16% ha scelto Berlusconi.

Il giornale di Paolo Mieli sguinzaglia un sondaggio a caldo, fatto subito dopo la fine della trasmissione in tv. Trecento le persone intervistate. Il dato che emerge subito è che il Professore è piaciuto di più. Sulle pagine del “Corriere”, dopo aver elargito i suoi consigli nei giorni immediatamente precedenti al confronto, è Maurizio Costanzo a  tirare le somme. Per il giornalista di Mediaset la sfida termina con un pareggio ininfluente che non muove voti, a conferma del fatto che chi ha una sua chiara idea non l’ha certo mutata martedì sera, e che gli indecisi sono rimasti tali. Colpa di una sfida noiosa ed ingessata che ha reso l’incontro civile ma inconcludente sul piano dialettico. Berlusconi gesticola poco rispetto a Prodi, in compenso usa molto la penna appuntando le sue dichiarazioni. Punto di forza l’abilità non comune del premier di sciorinare cifre su cifre per difendere l’attività del suo governo.

Anche la stampa estera in questi giorni si è interessata al faccia a faccia Prodi-Berlusconi. Il londinese “Times” si limita ad osservare che “i leader si sono sfidati in modo educato”, e solo occasionalmente “vi sono stati accenni di stizza”. Il  “Guardian”, testata laburista, così stigmatizza la mimica del premier: “Berlusconi ha scarabocchiato nervosamente sul foglio di carta mentre parlava ed ha passato più tempo a guardare sul tavolo che nelle telecamere”. In Francia il conservatore “Le Figaro” ribalta in parte la prospettiva notando che Berlusconi “con la penna in mano ha difeso il bilancio del suo governo sciorinando una lista interminabile di riforme compiute. Visibilmente teso all’inizio, ha ritrovato via via scioltezza.”, in disaccordo con “Le Monde” che sintetizza “Berlusconi sulla difensiva, Prodi rilassato”.

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