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Il professore continua a pedalare, ma senza scatti… Di Serena Ambriola, Monia Barelli, Flavia Inconi, Davide Russo Dall’analisi sommaria e parziale dei commenti apparsi sulla stampa dopo il duello TV Prodi – Berlusconi, ci si è fatti l’idea che, più o meno tutti sostengono la vittoria del Professore, anche se si tratta di una vittoria “ai punti”. Infatti dalle stesse parole di Pierluigi Battista pubblicate sul Corriere della Sera di giovedì 16 marzo è emerso che: “non è Prodi ad aver vinto, ma Berlusconi ad aver perso” e sempre sullo stesso quotidiano Renato Mannheimer commenta: “il fatto che Prodi abbia vinto il dibattito dell’altra sera è riconosciuto da tutti gli osservatori. Il Professore ha saputo mantenere meglio la calma e ha imparato, anche sulla base della tecnica imparata precedentemente da Berlusconi, a impiegare un linguaggio semplice e accessibile. Attraverso il quale è riuscito talvolta (sia pure in misura ancora insufficiente) a evocare negli spettatori l’immagine di un futuro migliore: il termine “felicità”, con cui ha concluso il suo appello finale, non è stato certamente scelto a caso. Prodi ha anche migliorato la sua capacità oratoria: più veloce, con toni a volte moderatamente indignati e, specialmente, accompagnata da una gestualità più efficace, da movimenti delle mani ed espressioni che hanno contribuito a dare un’immagine più “quotidiana” e , di conseguenza più vicina all’ascoltatore.” Anche Ilvo Diamanti, stavolta su Repubblica, parte dall’analisi della performance del Cavaliere per motivare il titolo del suo articolo “Il miracolo involontario”. Diamanti scrive “L’inseguitore è stanco. In crisi di fiato e di gambe. Confuso. Prodi, per prevalere, non ha dovuto far sognare gli italiani. Non ci sarebbe riuscito, d’altronde. Gli mancano lo stile, il fisico, la faccia. Gli è bastato fare il Prodi di sempre. Linguaggio e argomentare un po’ noioso, ma concreto”. Altre ancora sono le considerazioni di Giampaolo Pansa apparse su “L’Espresso” di questa settimana, dove scrive: “…Il parroco dell’Unione si è presentato come meglio non avrebbe potuto. Non bofonchiava. Non s’impantanava nelle pause che fanno tremare i tifosi. Non s’abbandonava a quei respiri che sembrano sospiri. Al contrario, ha corso la sua breve maratona parlando con chiarezza, scandendo le parole con l’enfasi giusta, spiegando quel che intendeva spiegare con la semplicità didascalica di un bravo insegnante della Terza età, la sua e soprattutto la mia. Ha persino sorriso, più del Berlusca. Evitando quegli accenni di stizza che non sempre sa nascondere. E che lo trasformano in un maestro impaziente al cospetto di una classe di somari [….]. Sul futuro anche Prodi non è stato del tutto esauriente, ma un impegno l’ha preso. E’ appunto quello di lavorare per un Paese che trovi un po’ di pace. Mi ha colpito quando ha spiegato cosa farà, una volta tornato a Palazzo Chigi,se ci tornerà. Prima di tutto vorrà incontrare Berlusconi ed il dottor Letta, ma non solo per l’ovvio passaggio di consegne. Ci parleremo con schiettezza, ha detto, per capire quali sono le condizioni reali dell’Italia e che cosa si può inventare per cambiare in meglio. Lo farà perché “non si può andare avanti con un Paese spaccato”. Ha aggiunto: chiederò anche a tutti i miei ministri di comportarsi allo stesso modo, ossia di confrontarsi con i loro predecessori. Se accadrà, sarà una piccola rivoluzione”. C’è però chi il Professore lo boccia a pieno titolo: è il caso dell’articolo di Michele Perrone che scrive su Mikereporter: “Ha detto tutto e nulla come sempre, soprattutto in materia di grandi opere, appellandosi al dialogo come unica risorsa per la loro effettiva realizzazione; ma tutti sanno che le opere in questione si realizzano con i fatti e no con le parole; ha parlato di conflitti d’interesse di Berlusconi, senza ricordarsi dell’enormità di quelli che emergono dalla gestione clientelare delle cooperative. Ha dimenticato, poi, che le quote rosa non hanno trovato spazio in Parlamento anche e soprattutto per volontà di buona parte dei parlamentari di sinistra e sulla scuola e sulla legge Moratti non ha espresso nulla di concreto, a parte una delle sue perle di saggezza del tipo “bisogna ridare la dignità ai docenti”. Stessi toni di disappunto appaiono sulle righe de “Il Giornale” da un articolo di Paolo Del Debbio che critica apertamente il leader dell’Unione: “Il Professore ha parlato senza sentirsi in obbligo di dire come farà le cose che promesso di fare. Come se parlasse alla luna, come se non fosse stato un presidente del Consiglio buttato fuori dal governo dagli stessi con i quali oggi si ripropone quasi fossero un’allegra brigata tutta d’amore e d’accordo.” Del Debbio critica inoltre alcuni punti cruciali su cui si è soffermata la discussione: “ Le tasse. Prodi ha ripetuto che diminuirà il cuneo fiscale di altri 5 punti: totale 10 miliardi di euro, […] . Ha elogiato l’Irap dicendo che aveva soldi altre tasse e che una è una tassa per la salute.” Continua, “Grandi opere: Prodi ha detto che nel suo programma ci sono i grandi corridoi europei. Si è dimenticato che la Tav non c’è perché i suoi gli hanno detto che se ce l’avesse messa in programma se lo sarebbe firmato lui e lo avrebbe stampato a spese proprie, per i suoi amici e conoscenti.” Aggiunge infine: “Conti pubblici. Prodi ha sostenuto che lui e la sua coalizione sono caratterizzati dalla serietà sul fronte della finanza pubblica. Berlusconi gli ha ricordato quello che hanno stabilito l’Istat e L’Eurostat e, aggiungiamo noi, è stato recentemente ricordato da Luca Ricolfi e, qualche anno fa, dal professor Onori, consulente dello stesso Prodi. Il centrosinistra aveva lasciato un deficit pari allo 0,8% che in realtà , era la 3,2%: 37.000 miliardi delle vecchie lire che influirono negativamente anche sul Pil degli anni successivi. Prodi non conta sul programma, conta su quel che dice al suo blocco di potere.” Anche la stampa internazionale sembra dare un giudizio unanime in favore del candidato dell’Unione. Il quotidiano francese Le Monde titola “Berlusconi sulla difensiva, Prodi rilassato durante il primo duello televisivo” e commenta : “ Sorrisi tirati per Silvio Berlusconi, serenità tinta di malizia per Romano Prodi. Nessun annuncio nuovo e slogan d’impatto sono stati formulati nel corso dei 90 minuti di dibattito, dominato da Romano Prodi alla distanza e sulla forma”. L’altro quotidiano francese Liberation titola “ Prodi batte Berlusconi nel duello TV”, “ Uscito chiaramente vincitore dal suo primo duello, incentrato sulle questioni economiche, con il capo del Governo, Romano Prodi ha concluso il suo intervento con un messaggio di ottimismo, altre volte prerogativa del Cavaliere. ‘L’Italia riuscirà ad uscirne’ ha assicurato Prodi.” Il giornale inglese The Guardian titola “Prodi riconosciuto vincitore nel dibattito elettorale italiano” e nota: “Il Romano Prodi vivace che non ti attendi ha spinto Berlusconi sulla difensivaieri notte nel primo dibattito televisivo della campagna elettorale. A suo agio di fronte alle telecamere, Prodi ha dato un’immagine di se come dell’uomo con le risposte ai problemi che vede di fronte all’Italia dopo cinque anni di governo con la destra”. Concludiamo infine con le parole del giornalista Gianni Pennacchi che scrive su “Il Giornale”: “In definitiva è stato si, un dibattito di un’ora, ma di mute parole. Si è parlato poco o nulla del futuro - e Berlusconi di questo se n’è lamentato- e tuttavia Prodi ha sempre sorvolato sui problemi. Alla fine il leader dell’Unione ha lasciato via Teulada sorridente e dicendosi soddisfatto, a differenza di Berlusconi.” ù |
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